Ci siamo conosciuti tanti anni fa, ero un bambino e grazie alla curiosità che sempre ha contraddistinto mio papà, ricevo a casa un depliant della serie eMac. Facevo le scuole medie, ed ancora li ricordo perfettamente, colpito da quello “strano” oggetto, computer colorati, con lo schermo ed il case all-in-one. Era l’epoca di scegliere il mio primo computer, ma allora costava troppo quel Mac e prendemmo un Packard Bell, Pentium 2, 350Mhz e 32Mb di Ram.
Passarono pochi anni, ma poi ci rincontrammo, e questa volta fu un fulmine a ciel sereno. Arriva a casa l’iMac G4 1Ghz (il lampadone), da 17″, uno dei più bei oggetti di design mai visti fino ad oggi. Da li una scia inarrestabile, poi l’iPod, l’iMac G5 e poi Intel, l’iPhone 2G, il Macbook, poi l’iPhone 3G, il Macbook Pro..e via cosi. E grazie a questi oggetti ho raggiunto tanti successi nella mia vita, il diploma, la laurea, la programmazione, organizzato viaggi, la redazione di articoli, ma, sopra ogni cosa, la capacità di guardare al mondo con un occhio diverso.
Cercare di capire perchè quell’uomo poneva tanta attenzione ai dettagli in un mondo occidentale sempre più frettoloso e sbadato, mi ha insegnato che la ricerca della perfezione è un obiettivo che dobbiamo sempre porci, anche se irraggiungibile.
Questa perfezione, eh già, nonostante noi non la toccheremo mai, nel frattempo il tentare di sfiorarla ci avrà fatto fare tanta strada, spingendoci a crescere e a migliorare infinite volte ciò che facciamo.
Raggiungere la perfezione, l’ossessione di tanti artisti; neanche tu ci sei riuscito, ma mi hai insegnato a provarci sempre, e alla fine è questo ciò che conta.
Perchè non è mai stato un discorso da stadio, cosi semplice e banale, di Mac vs Windows, iPhone vs Android, guerre da lasciare agli hooligans e non alla tecnologia, il paradigma era un altro, questo oggetto mi soddisfa veramente? Quella funzione mi serve veramente? L’esperienza che ne ottengo mi piace?
Quando hai scritto che non potevi più tenere il timone della società di cui eri innamorato, oltre che CEO, lo abbiamo capito, non ce la facevi più a dare queste risposte, le tue personali risposte alle sfide del futuro.
Lascio all’etere quindi il mio piccolo grazie per ciò che sento che mi hai dato; già so che ora cercherai di sistemare quelle gradazioni di bianco in paradiso, bisognerebbe armonizzarle, ma di questo ne parlerai col tuo nuovo superiore.
S. J. RIP
ciao giulio!!! sono valerio. Complimenti, bell’articolo. Come al solito non sei mai banale. Comunque dai stai molto vicino alla perfezione. ahahaha… un abbraccio