Cito da corederoma.it e non aggiungo altro
Ma l’indignazione più grande, perdonateci la digressione, è per quello che è successo sabato a Roma. Come sapete CdR rifugge da questioni di natura politica perché se parla de pallone e pallone deve restare. Però ci ha colpito che la città sia stata abbandonata alle scorribande di provocatori che l’hanno messa a ferro e fuoco senza che, perlomeno nella fase iniziale, sia stato messo in atto nessun mezzo i contrasto.
Mentre ci è abbastanza chiaro il criterio con cui vengono scelti gli obiettivi cosiddetti stabili, banche e sedi istituzionali di comprensibile valore simbolico, ci incuriosisce il criterio che porta alla scelta delle vetture da incendiare. Sarà la marca? La pubblicità? Il colore?
LA dolorosa sensazione è invece che il potere mantenga un suo ruolo infingardo di forte con i deboli e debole con i potenti. Il richiamo alla questione della tessera del tifoso non è assolutamente casuale. Vengono quindi protette e blindate le sedi istituzionali e lasciate al pubblico ludibrio le proprietà private. Questo normalmente avviene nei paesi autoritari o nelle democrazie decandenti. Scegliete quale preferite e barrate la casella.
Ad maiora