L’Italia e la libertà del patriottismo

In Italia si soffre di uno strano complesso, nel senso proprio etimologico di CUM (insieme) e PLEKO (intreccio), perdiamo continuamente il riferimento e il ricordo delle nostre radici, siamo insieme ma siamo intrecciati confusamente tra noi, non ci distinguiamo, abbiamo costantemente bisogno di una guida, di Virgilio che non ci lasci perdere negli inferni di Dante.

La nostra nazione è troppo spesso abbandonata alla critica virulenta e ignorante, di quell’ignoranza che si finge colta, la più pericolosa, da parte di un popolo, il suo stesso popolo, che dimentica sovente come capire ciò che lui stesso rappresenta.

Chi abita a Roma e non ne visita le grandezze se non di rado e per caso, che diviene preda dell’abitudine, che smette di sorprendersi, che è indegno di città uniche al mondo, capace solo di non vedere oltre la bellezza di plastica, e non la bellezza violenta e passionale della nostra terra.

Chi abita in una città qualsiasi della nostra nazione e non ha la curiosità di capire la storia profonda, vivendola quotidianamente, tradisce la stessa ragione del suo essere, sei un uomo senza radici, e senza radici, sarai solo di passaggio.

Parliamoci chiaro, io sono il primo che vede nello stato sociale delle cose una arretratezza culturale rispetto all’Europa evidente, ma battersi per criticare uno stato attuale non mi impedisce di battermi altrettanto fortemente per amarne la terra e le persone.

In una storia d’amore, di quell’amore vero e profondo che non ti lascia respirare, se le cose non vanno, il tuo primo istinto è quello di lasciare la donna che ami? Se è cosi, non hai mai conosciuto l’amore, e mi dispiace per te.

C’è qualcuno che ha deciso di ricordare queste cose non dalle pagine di un blog, ma in prima serata su RaiUno, al festival di San Remo, luogo forse dove abbiamo l’apoteosi dell’arte di plastica, che Benigni riesce a spaccare dal di dentro, cosi come dovremmo fare noi nella società che noi viviamo.

Auguri Italia, perchè solo grazie alla libertà lasciate alle persone che possono scegliere di non festeggiarti, significa che abbiamo vinto.

Auguri Italia per tutte le facce che ho visto di te, dal guappo napoletano all’uliveto umbro, dalle donne pugliesi all’aristocratica Torino, dalla cultura milanese alle onde di Camogli. Auguri Italia perchè la tua capitale è Roma, perchè hai il privilegio di poter parlare, potendo parlare sempre di te stessa, sia di Firenze che di Venezia. Auguri e grazie, perchè non smetterai mai di sorprendermi.

PS: Badate bene, il patriottismo, nel vizio tutto italico di dare uno schieramento alle cose, è neutro per definizione, quando diventa nazionalismo, “diventa pericoloso”.

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